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Israel Adrián Caetano

(Montevideo, 1969) all’età di 16 anni si è trasferito in Argentina dove ha iniziato la sua carriera cinematografica. Nel 1994 il progetto Cuesta Abajo vince ex aequo il concorso Historias Breves, dedicato a cortometraggi in 35mm organizzato dall’Istituto per la Cinematografia Argentino. Nel 1997, ha co-diretto con Bruno Stagnaro il primo lungometraggio, Pizza, Birra y Faso, che è stato definito il capostipite della nuova cinematografia argentina. L’anno successivo, grazie al Premio Fundaciòn Antorchas, ha realizzato il corto La Expresiòn del Deseo e ha cominciato a lavorare al film Bolivia, uscito nel 2001 e vincitore del Premio della Giuria dei Giovani Critici alla Settimana della Critica di Cannes; del premio per il Miglior Film Latino-americano al Festival di San Sebastian, del Premio della Critica a Rotterdam, della Menzione Speciale a Huelva e del Premio Fipresci al Festival del Cinema di Londra. Nel 2002 ha diretto Un Oso Rojo, presentato alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes. Sempre nel 2002 e nell’anno seguente ha realizzato le serie Tumberos e Disputas. Nel 2005 è tornato in Uruguay per girare la mini-serie Uruguayos Campeones e, di nuovo in Argentina, ha diretto un episodio del film collettivo 18-J, a proposito della strage avvenuta a Buenos Aires nel 1994 presso l’Associazione di mutuo soccorso israelita (AMIA) che provocò la morte di 85 persone. Nel 2006 ha presentato a Cannes Crónica de una fuga.

Francia è il racconto disordinato di una bambina. O un film disordinato raccontato da una bambina in modo ordinato. Di solito i bambini non ci dicono tutto ma, sebbene siano disorganizzati, le loro storie e ricordi non sono mai confusi. Si capisce di cosa stanno parlando solo se si cerca veramente di comprenderli. Questo è anche il modo in cui Mariana vede i suoi genitori e il mondo degli adulti: contraddittorio, confuso e con una pessima memoria. Sa anche di cosa gli adulti stanno parlando, ma non cerca di capirli. Entrambe le parti evitano di parlare delle cose brutte. Questo è il principio che ha guidato la produzione del film, con l’intenzione antropologica di raccontare una storia dal punto di vista di una bambina in un mondo nel quale io, per generazione, mi trovo ad avere il ruolo di genitore. E questo punto di vista non viene reso ponendo la telecamera all’altezza della bambina conferendole il ruolo da protagonista dotata di una verbosità inverosimile. Qualsiasi cosa facciano i genitori, gli insegnanti e gli amici, Mariana può sentirsi presente o no, restando in silenzio, distogliendo lo sguardo o ascoltando il suo walkman. E si trova sempre dietro la macchina da presa.
Israel Adrián Caetano