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#16 IL FUTURO E' NEL PASSATO
09/09/2005
La bellezza del documentario di Davide Marengo va oltre il suo contenuto. Evitando completamente uno dei trabocchetti abituali per ogni regista intenzionato a presentare storie vere, il suo interesse non è totalmente assorbito dall’interesse del soggetto. Craj ('domani' nel dialetto locale) è stato concepito come un vero capolavoro sperimentale, usando diversi tipi di arte visiva e unendoli in un singolo tributo picaresco alle tradizioni.
Il film, infatti, utilizza interviste (l’originalità della quali sta nella ripresa, teneramente soggettiva, con la telecamera che zoomma su piccoli e delicati, come fa Jonathan Nossiter nel ricente Mondovino), immagini da concerti e della fiction inizialmente presentata sul palcoscenico da Teresa De Sio. La fiction stessa, che fa riferimento a Don Quixote (e quindi al genere picaresco, ovvero i primordi del romanzo), alterna scene in cui i due viaggiatori vengono visti insieme a scene nelle quali solo uno parla.
Bimbascione (una graziosa Sancho Panza) si rivolge direttamente allo spettatore, come farebbe il Coro nella tragedia greca, mentre il suo padrone è un narratore senza destinatario, che parla in una maniera ispirata simile al Prospero di Peter Greenaway.
E, benché composta in questa maniera, Craj non è un patchwork ma un tributo polifonico alla tradizione orale, presentata come qualcosa di potente che continuerà a vivere…...."domani".
Intervista a Davide Marengo (regista e sceneggiatore) e Paola Papa (sceneggiatrice)
Perché avete scelto di mettere in scena questo viaggio musicale attraverso la regione della Puglia?
Davide: Ho pensato chiaramente a Don Quixote, ma le mie influenze sono puramente emotive. Sono un napoletano che si è innamorato della Puglia. L’idea di realizzare un film è arrivata molto spontaneamente un anno fa; dovevamo comunque sbrigarci, perché i concerti erano già in calendario. Abbiamo iniziato adattando lo spettacolo dal vivo di Teresa De Sio e filmando l’estate scorsa.
Vi siete divisi il lavoro o avete fatto tutto insieme?
Davide and Paola (in una sola voce): Tutto insieme!
Paola: Abbiamo scritto davvero tutto insieme, sedendoci attorno ad un tavolo, in costume da bagno, in una casa in Basilicata (in provincia di Potenza).
Quello che colpisce, qui, è il fatto che anche i giovani si sentono legati a questa tradizione musicale —ci sono tantissimi giovani che ballano durante il concerto.
Davide: Questo fatto è tipico. Ovunque vai in Puglia, bambini e ragazzi amano la musica tradizionale. Ed è così comunicativa che tutto il pubblico italiano l’ha adorata nel corso del tour (il concerto che abbiamo filmato si è svolto in Abruzzo).
Questa tradizione è bella perché unisce davvero tutte le generazioni. Questo, il personaggio di Froridippo lo esprime in modo lirico: esce dall’oscurità e va verso la luce della tradizione.
Paola: naturalmente, all’interno della tradizione, ci sono delle differenze. A Carpino, le parole sono gioiose ed edonistiche; parlano di amore, bere, sono più grevi. A Foggia, parlano solo di povertà. E così anche a Cutrufiano, sono realisti ma più romantici.
Il prossimo progetto?
Paola: Un documentario su un ballerino colombiano che insegna ai bambini delle favelas.
Davide: Un thriller (ho ottenuto i finanziamenti dal Ministero), ma mi piacerebbe anche essere coinvolto nel progetto di Paola.

Bénédicte Prot
www.cineuropa.org
Nella photogallery, immagini di Michele Lamanna


davide marengo        davide marengo
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