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#10 LE RAGAZZE DELLA PORTA ACCANTO
06/09/2005
Il regista norvegese Pål Sletaune (“uno dei dieci più promettenti registi” secondo Variety) ha presentato il suo violento e sessualmente saturo Naboer (La porta accanto), lunedì alle Giornate. Thriller sapiente, dall'atmosfera tesa e paurosa, Naboersi lascia sulla scia le caratteristiche dello standard di genere con un vivido ritratto psicologico del suo protagonista e l'impeccabile direzione dei suoi attori.
Dopo aver rotto con la fidanzata Ingrid, John (Kristoffer Joner) conosce due ragazze molto sexy che abitano nella casa accanto alla sua. Le ragazze lo invitano nel loro labirintico appartamento dove rivelano di conoscerlo molto bene ("Come fanno i vicini di casa", dice una di loro), forse addirittura meglio di quanto lui conosca se stesso. Le loro vite si intrecciano assai presto in una rete Lynchiana di sesso, violenza e misteriose situazioni. Nell'evoluzione del film, la linea tra volere e fare, desiderare soltanto e realizzare davvero, diventerà sempre più sfocata.
Un'eccellente fotografia, production design e colonna sonora aiutano il regista a creare un'atmosfera tesa attraverso il film, ma, secondo il regista-scrittore Sletaune, le basi per la creazione della tensione risiedono nello script. “E' stato scritto come un dramma a porte chiuse con quattro personaggi,” spiega il regista, “e nella sceneggiatura era importante creare lo spazio per un film molto visivo.
L'appartamento delle ragazze è stato disegnato in modo da permetterci il massimo delle possibilità di girare. E' stato importante che la loro casa sembrasse un luogo reale; volevamo creare un mondo totale, non una versione teatrale di quel mondo”.
Il genere horror è relativamente nuovo per il regista, che è conosciuto principalmente per le sue commedie-thriller nere, sebbene egli non sia totalmente nuovo a personaggi enigmatici come John. Dice Sletaune: “Dopo aver realizzato due film [narrati] in terza persona, volevo farne uno in prima persona; un film soggettivo, psicologico. Durante il film, infatti, si scopre che John non è forse innocente come appare all'inizio. Il regista sembra essere conscio dei rischi di un protagonista non piacevole: “Ho lavorato duramente con Kristoffer Joner per rendere il personaggio qualcosa che potesse interessare il pubblico". Il duro lavoro ha portato buoni risultati, e Naboermischia intelligentemente elementi classici del genere horror con la possibilità di spiare la psiche di un uomo assai insolito.

Boyd van Hoeij
www.cineuropa.org
Nella photogallery, immagini di Michele Lamanna


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